venerdì 28 dicembre 2012

Se permette M. Tolkien...

avrei un appunto!

Proprio non capisco la premessa iniziale de lo Hobbit. 

Una banda di nani mangiatorte insieme al pantofolaio Bilbo Baggins parte per vendicare il possesso della loro città distrutta dal terribile drago Smaug. Il suddetto sputafuoco aveva ucciso quasi interamente la povera popolazione per impossessarsi dell'oro che questi nanetti avevano in abbondanza. Quindi, una volta entrato indisturbato nel castello riunì tutto l'oro na(n)nico per farci un comodo letto su cui dormire e fare bei sogni per anni e anni.

Questo è il punto!

Cosa ne sa un drago, essere animale con poco intelletto e la cui razza di certo risponde alle leggi spietate della sopravvivenza animale, dell'oro??
Infatti non lo conosce poi tanto bene. Lo desidera, ma non per farne lo stesso utilizzo dei nani o della razza umana: arricchirsi e comprare. Lo usa come letto! Probabilmente è attratto dal colore o il luccichio ma Tolkien non ce lo dice, anzi, nessun personaggio del libro sa spiegare la motivazione che spinge i draghi a desiderare l'oro. 

Mi sembra strano tutto questo, solitamente nelle leggende o storie antiche si spiega molto attentamente la questione denaro perchè era una preoccupazione costante della società, molto più che adesso. Insomma, farsi i conti in tasca è tipico di tutti i personaggi letterari fino al 900.
Così mi è venuto in mente un confronto con "I viaggi di Gulliver". Nel 4° libro il rappresentante della razza umana arriva nella terra degli Houyhnhnms, i cavalli razionali, esseri saggi  ma che non conoscono il significato di parole come vero e falso, e non concepiscono il concetto di guerra e di violenza. Non conoscono nemmeno il lessico relativo al denaro, perchè non ne hanno esperienza dal momento che le loro leggi naturali fanno sì che i cavalli non ne abbiano bisogno. La comunicazione con Gulliver in merito alla questione è dunque impossibile nonostante gli sforzi del bipede per spiegar loro la funzione dei soldi. 

Che un drago conosca, abbia esperienza anche solo parziale del denaro mi sembra dunque un po' assurdo. Però lo Hobbit è una storia di fantasia, quindi potrei anche accettare questo fatto proprio come accetto che esistano tutte le strane creature della foresta. Forse la cosa più disturbante è che il tema drago-oro è la premessa iniziale del libro, e se questa è la strana premessa chissà cos'altro potrà succedere. 

Postulato conclusivo: i draghi sono gazze ladre che hanno mangiato troppi panini!



martedì 30 ottobre 2012

Riflessioni a 6 corde

Domani mattina. Mani fredde. Casa vecchia senza riscaldamento. Più di un'ora di musica.

Ogni tanto suonare è un peso, un'immensa fatica mentale e fisica.
Ogni tanto chitarrina mia proprio ti odio.

Il mio grande problema sono le variabili: mal di schiena, temperatura bassa, agitazione, respiro, situazione. Troppe variabili che condizionano la tecnica.
Purtroppo però a un musicista non è concessa alcuna scusa: la musica necessita un livello eccelso, al contrario dà addirittura fastidio.

Altra questione è la comunicazione.
Suonare è stata per me una via per dire qualcosa che non avrei mai articolato in mille discorsi, ma è stato anche specchio di momenti tristi, quando il mio essere era così vuoto che anche la musica non diceva nulla.
L'interpretazione dei brani di domani è così legata a una visione e versione accademica che mi chiedo quanto dicano di me quando li suono, se sono così preoccupata di dire cosa sono loro.
Da un anno ho ormai scoperto il labile equilibrio tra filologia e interpretazione, un modo carino di dire che ti trovi in una prigione che però puoi arredare a piacere. Da brava letterata che sono amo la filologia, credo insegni il rispetto e sono quindi assolutamente favorevole a costituirmi. Ma a volte rimpiango la semplicità e l'amore che un insegnante un giorno mi insegnò e che il ritrovarlo mi ha fatto ricordare.

Billy Elliot parlava della danza, io della musica, ma sempre di elettricità si tratta.





domenica 30 settembre 2012

Rime scarse (2)


 Epic Rap



Archemoro in guerra
Comincia la scommessa
Tuoni e spari echeggian
Al tempo della messa

Un Titone qui non vive
Preferisce sì morire
Infilza poi i suoi anni
Col suo tritone in fiamme
  

 Qual è il tuo responso
Regina di cristallo
Accechi e ridi intanto
A noi ci stringe il pianto
  

Per noi il mondo è vuoto
Ed ogni uomo è ignoto
Distinti da un colore
E un numero d’onore

Non si può sperare in pace
Un suono e poi ti piace
Quel dolore che rimpiazza
Il rimbombo nella testa


 Qual è il tuo responso
Regina di cristallo
Accechi e ridi intanto
A noi ci stringe il pianto


La tua conciliazione
Con chi più non ha nome
Bestemmia, prega e via
è falsa idolatria





venerdì 31 agosto 2012

Rime scarse (1)

Il Sig. Bigo Lino



Cerco lavoro nello schermo
fama e soldi senza riservo
una via per il successo
droga, arte, gloria e sesso

faccio i provini in mediaset
canto e ballo un passo a tre
son anche attore e musicista
come sul filo un trapezista

dicon tutti no no no
io l' x factor non ce l'ho!
quella puta di Maria, 
la Ventura e la giuria!

non capite la mia arte
potrei offrire la mia parte
e poi la sfiga sai qual è
neanche ho visto la belen!

...............

Sono andato da una maga
mi ha svelato la mia strada
non per scherzo ma veggenza
una vera provvidenza

potrei fare dei film porno
mi hanno chiesto: il suo unicorno?!
non si scherza sul mio conto
j'ai couché con tutto il mondo

si spogli pure e si vedrà
facce stupite in quantità
non per prestanza o per virtù
quante risa e occhi in giù

questione di imbarazzo 
il provino del mio ....!
avevo chiesto la mattina,
approccio meglio la ......! 

..................

Ma ecco dopo poco tempo
è finito il mio scontento
non avrei mai immaginato
di entrare nel senato!

ebbene sì son sistemato
politicante mi son reinventato
jet, barche e auto blu
guardo tutti dall'alto in giù

in una piazza mi vedete
firme stand e bandiere stese
vendon pure caciotta al pepe
intanto io mi gratto il sedere

se son basso non importa
tacco alto e via di scorta
adesso ho fama, soldi e sesso
e il pudore ormai nel cesso!

giovedì 23 agosto 2012

Sepias y Chipirones


Tossa de Mar, Costa Brava

Tossa de Mar, Costa Brava

Tossa de Mar, Costa Brava

Tossa de Mar, Costa Brava

Girona, Costa Brava

Girona, Costa Brava

Girona, Costa Brava
Catedral, Barcelona


Casa Batlò, Barcelona

Casa Batlò, Barcelona



domenica 27 maggio 2012

Lo que no se mueve no se mejora


Mi è tornato in mente il film "L'auberge espagnole" che a suo tempo ho apprezzato anche nella sua leggerezza e semplicità. Il protagonista Xavier, in Erasmus, si ritrova a convivere con 6 ragazzi di nazionalità differenti e quando alla fine tira le somme della sua esperienza dice: je suis lui, lui, elle, et lui aussi....
Banale, si dice sempre che un individuo è la sua storia e le persone che ha incontrato. Però l'insistenza sul dato multietnico mi sembra fondamentale per la sua comprensione. 


Sono cresciuta con persone che non hanno mai vissuto se non nel luogo di nascita e che addirittura rimangono nella convinzione di non riuscire a vivere in un'altra casa se non in quella dove sono cresciuti. Forse influenzata dagli esempi a me vicini, ritenevo normale prospettarsi una vita vicina ad amici e famiglia. Essere e rimanere una cultura, una lingua, un popolo. Adesso penso che oltre all'obbligo di studiare, essere curiosi e essere ciò che si impara sia necessario essere ciò che si vive. 
Essere una lingua è troppo poco, essere una sola cultura altrettanto. Si può pretendere molto di più, dal mondo e da noi stessi. E' necessario partire prima o poi, e all'opposto del detto "partir, c'est mourir un peu", credo che dia l'opportunità di vivere altre vite. Il mondo è troppo grande per fare parte solo di una fetta. 



martedì 1 maggio 2012

Lately...


Le mie espressioni più frequenti sono : "che palle", "mi annoio", "il solito"

Mangio sempre: biscotti

Studio distratta

Non dormo molto e quando mi capita sogno di litigare con tutti

(Però) succede anche nella realtà

Non ho voglia di lavorare neanche 5 ore alla settimana

Sono stufa delle persone che si odiano

Sono stufa del rancore

Sfido le autorità (è evidente che alcune non capiscono proprio un cazzo)

Bevo coca-cola

Compro una chitarra da 4.000 zucchine e neanche suona da sola

Invece di pensare ai troppi impegni presi guardo "Desperate Housewives"

Nei momenti di lucidità penso: "sono in ritardooo!!!!!!!"





venerdì 13 aprile 2012

Ci sono....

un venditore toscano di noci e un cliente francese al mercato di Firenze:


- Comment ça s'appelle...
- No, non si spellano, si schiacciano!
- Comment?
- Non con le mani, con un martello o con uno schiaccianoci.
- Je ne comprends pas!
- Se non le compra lei, le comprerà qualcun altro!


Riflessione del venditore di noci: "Hai visto che è facile capire anche gli stranieri!"

giovedì 5 aprile 2012

Parmi les Chateaux


Chateau de Verrès, Vallé d'Aoste


Chateau de Ussel, Vallé d'Aoste


Chateau de Graines, Vallé d'Aoste


Val d'Ayas, Vallé d'Aoste


sabato 31 marzo 2012

L'erba del vicino è sempre più verde

Anche senza accezione di invidia, l'erba del vicino è sempre più verde. 
Riteniamo migliore vivere altrove nel tempo e nello spazio: in Spagna o in India, in epoca Elisabettiana, o nella Parigi anni '30. Come ricorda Woody Allen in "Midnight in Paris" proviamo nostalgia per epoche mai vissute, luoghi mai visti idealizzati nella nostra mente. 

Dietro al fascino e alla curiosità forse si cela solo una perenne insoddisfazione...


Gira pagina, il blog del mio vicino è più bello!

giovedì 22 marzo 2012

Festival de la Guitarra de Còrdoba 2011

Scrivo di un viaggio dell'anno passato, per me importante perché è stato il primo “in solitaria” e forse un po’ da fricchettona con valigia e chitarra in spalla! 

Allora… il mio soggiorno a Cordoba in Spagna è durato solo qualche giorno in occasione del “Festival della Chitarra” che propone tutti gli anni concerti e masterclass di chitarra classica e flamenca. Il motivo del mio viaggio è stata appunto la masterclass con Roland Dyens, alla quale ho partecipato piena di dubbi sulle mie capacità tecniche e artistiche.
Ho apprezzato e annotato alcuni trucchetti tecnici, la sua visione sulla composizione e gli arrangiamenti chitarristici, la sua proposta di concerto. E' quello che si dice "un personaggio", nella vita come nel mondo musicale: criticato per l'interpretazione dei brani classici, definita troppo libera, diventa un genio nelle sue opere e trascrizioni. Apprezzo di lui lo stile francese, molto elegante e l'estrema cura del suono: è figlio di un pittore e ama anche lui usare una tavolozza di colori quando suona. Ho gradito il suo concerto, a programma libero, i titoli scelti, l'improvvisazione iniziale (d'altronde richiede sempre una bottiglia di gin in camerino!), alcune originali tecniche  esecutive e il brano centrale dell'amato Fernando Sor, forse per ricordare a noi chitarristi da dove veniamo.
Mi ha divertito un episodio durante la nostra chiacchierata: inizialmente gli ho parlato in inglese per utilizzare una lingua che sia lui che il pubblico uditore potesse capire, e lui mi ha fatto notare di parlare italiano, francese o spagnolo perché “siamo Mediterranei!”. Anche questa, pensandoci, è una lezione.

Ho ascoltato anche il concerto di David Russell, di cui c’è poco da dire. Sale sul palco e suona, senza moine, né attese, né pensieri. Sale e suona una suite barocca delle più complesse ma con una facilità esecutiva da farla sembrare semplice. Da brivido.


Oltre alle lezioni, nella cornice del palazzo dei congressi, e ai concerti nei vari teatri della città, quello che fa davvero il festival è l'atmosfera che si respira: trovare giovani che suonano nelle piazze, sulle panchine, al bar e unirsi a loro per divertirsi e confrontarsi. A Cordoba qualche chitarrista passa sempre! L'incontro con compagni di corso di tutta Europa con i quali sono ancora in contatto è stato altrettanto fondamentale, per la lingua, per il confronto musicale e di idee.




sabato 10 marzo 2012

La motivation

Catalogare e impacchettare è tipico della nostra mente. Lo facciamo parlando di epoche, arte e letterature.
Mi sono detta: è necessario delimitare periodi nel loro scorrere continuo per poter dare degli aggettivi, porsi degli obbiettivi e vederne il raggiungimento o il fallimento, scoprire cosa è importante a 20 anni e cosa mesi o anni dopo.
La questione del tempo in questo mio periodo è diventata essenziale, e la sua presenza tanto ingombrante nelle scelte mie e di chi mi sta attorno.
Così scrivo per etichettare, oggettivare e riflettere sul mio tempo.





IL FAUT CHANGER L'EMMENTALITE'