martedì 23 luglio 2013

SagaSì

Certo, le saghe sono un'operazione commerciale. 
Se un lettore compratore del volume I della saga X si appassiona a un certo personaggio (magari pure eroe) o alla storia (magari pure sanguinosa) vuoi che non compri pure il volume II della suddetta saga? Vuoi che un professore di letteratura nella lista dei libri per le vacanze non inserisca il volume I della saga X nella speranza che i suoi studentelli leggano anche gli altri? E poi, vorrai mica fare un solo film dell'ultima avventura di Harry Potter? Taaaac, ne faccio 2 così doppi incassi. 

Ma quanto sono belle però le saghe. 

Perchè quando leggiamo qualcosa che ci prende e divoriamo il libro, superiamo la metà delle pagine e cominciamo a sudare freddo nella duplice sensazione di desiderio di terminare al più presto la storia e di paura di perdere quel mondo da cui non vorremmo più uscire. 
La saga risolve il problema dell'affetto che tutti noi abbiamo provato per i personaggi di Harry Potter, del sig. Malaussène di Pennac, di Vianne Rocher e di qualche sig. Vampiro. Mi piace soprattutto pensare che sia lo scrittore a provare tanto amore per i suoi personaggi di penna da non voler farli morire alla prima copertina rigida, ma continuamente farli rivivere. Lo prendo come un atto d'amore verso il mondo fantastico che lui ha creato e verso i lettori.
Mi piace pensare ai lettori di Pinocchio, all'epoca edito sulla rivista "non ricordo il nome", che mandano lettere di supplica a Carlo Collodi per continuare la storia del burattino, fatto disgraziatamente morire impiccato. Così Collodi, obbligato dal suo pubblico, lo fa persino resuscitare! Più o meno dice "scherzavo", tanto è un pezzo di legno e se lo poteva permettere!




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